La terra nostra è un mostro di mare 2

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19 Aprile 2024
19:00

Venerdì 12 Aprile 2024 alle ore 19.00 presso gli spazi Kora – Centro del Contemporaneo, situato nel palazzo baronale de Gualtieris a Castrignano de’ Greci, Via Vittorio Emanuele 19, avrà luogo l’inaugurazione della mostra “La terra nostra è un mostro di mare 2”. 

 

Con il secondo allestimento de La terra nostra è un mostro di mare si chiude il terzo ciclo espositivo che KORA –  Centro del Contemporaneo ha dedicato al tema dell’abitare. A cura di Claudio Zecchi e Paolo Mele, la mostra cerca di approfondire un tema complesso e sempre attuale come quello del Mediterraneo, provando a indagarlo da prospettive differenti. La casa e il villaggio hanno agito nel corso di questi anni come dispositivi narrativi atti ad interrogarsi sulla dimensione istituente di un Centro di produzione e ricerca sul contemporaneo (Home Sweet Home – esplorazioni dell’abitare, 2021-22) e sulla scelta consapevole di una posizione di marginalità come osservatorio privilegiato e strumento di produzione culturale con l’ambizione di rimettere discussione le nozioni di centro e periferia (Parla del tuo Villaggio, 2022-23)In questa mostra il Mediterraneo, inteso come terra e mare allo stesso tempo, luogo di contrasti e contraddizioni, viene proposto come possibile unità di misura e ipotesi di un cambiamento di paradigma. Seguendo questa linea, tutte quelle peculiarità che possono sembrare apparentemente improduttive e inutili assumono valore e allargano il nostro immaginario.

L’opera di Riccardo Giacconi e Carolina Valencia Caicedo Scarcagnuli, il cui incipit dà il titolo alla mostra, sposta costantemente, attraverso il racconto di storie personali che s’intrecciano con la tradizione, il folklore e i riti del posto, il rapporto tra realtà e finzione partendo da una forte attinenza al territorio in cui è stata realizzata: il Capo di Leuca. L’opera, non solo allarga i confini spazio-temporali, ma rimette in gioco la specificità di un posizionamento geografico che, come dicono i pescatori di Santa Maria di Leuca, è allo stesso tempo inizio e fine, ma anche uno spazio di approdo e passaggio nel cuore del Mediterraneo.

Seguendo questa direzione, la mostra intende ragionare ed interrogarsi sulla relazione tra la terra e il mare, su come questi due elementi trovino punti di accordo ma allo stesso tempo di disaccordo e di tensione, e su come, infine, le immagini prodotte da questa relazione creino un paesaggio in continua evoluzione e spesso indefinibile. Un piano capace di aprire a nuovi immaginari, offrendosi a una molteplicità di accessi fatti di suggerimenti ed intuizioni più che di strade obbligate. Il Mediterraneo diventa, in questo senso, depositario di possibilità e di aperture; una piattaforma in cui la perdita di controllo, la fragilità, i coni d’ombra, gli inciampi e gli scarti possono diventare ulteriori possibilità dell’esperienza umana. 

Se con il primo allestimento si è tentato di costruire una geografia dell’infedeltà, una mappatura in cui forte si avvertiva la tensione tra il luogo di origine e il desiderio di allontanarsi da esso,  seguendo uno slancio ottimista, con il secondo, si produce uno slittamento di senso attraverso il quale i fenomeni migratori prodotti dagli attuali modelli politici e sociali sono spesso frutto di fallimento e non di riscatto sociale. Come il primo allestimento, anche il secondo conserva una struttura circolare aprendosi e chiudendosi sulle coste del litorale salentino con due opere, Scarcagnuli e Parata per il paesaggio, che intrecciano tradizione, mitologia e paesaggio.

 

Artisti in mostra: Andreco, Riccardo Giacconi, Carolina Valencia Caicedo, Gabriella Ciancimino, Luca Coclite, Elena Mazzi, Rosario Sorbello, Alessandro Sciarroni.

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