Il 16 dicembre ore 17.30 inaugura Questo (non) è un museo, un progetto espositivo diffuso all’interno del comune di Castrignano de’ Greci e di alcuni dei suoi luoghi, che ospitano alcune delle opere presenti nella collezione di Ramdom, fuori dagli spazi museali di KORA.
Il progetto, a cura di Claudio Zecchi e Paolo Mele, si configura come un vero e proprio tour che, partendo dal Caseificio del Sole, uno dei luoghi scelti per questo primo capitolo, farà tappa a Il piccolo mercatino, Simonsohn’s bar, Bar Manhattan, Caffè Fiorentino.
Partendo dalle opere presenti nella collezione di Ramdom – nate in gran parte in contesti e ambiti di ricerca molto specifici – e di KORA, che poggiano su una forte dimensione narrativa, il progetto pone la sua attenzione sulla tradizione orale e sulla mancanza di fonti certe, intenta a costruire “un’altra” storia del paese e di alcuni suoi luoghi storici o iconici (Castrignano de’ Greci, Parco delle Pozzelle, Palazzo Baronale de Gualtieriis).
Come nel caso dell’opera According to some (2022) di Theodoulos Polyviou e Alfatih (Bar Manhattan), la storia dei luoghi diventa una storia di transizione continua, in cui lo spazio fisico diventa storico e, a sua volta, virtuale.
Questo (non) è un museo, in questo senso, è un tentativo di natura metodologica che intende trovare al di fuori di KORA, fino ad oggi il cuore pulsante della nostra proposta culturale, nuovi spazi di sperimentazione e di messa in discussione dell’istituzione stessa. La “casualità” diventerà un elemento che entrerà significativamente in gioco, cercando di produrre nuove relazioni e nuove tracce di collettività.
Attraverso la rielaborazione della memoria personale, ricostruire fisicamente spazi architettonici, parte di un passato familiare, è il tentativo di Sapeva la forma delle nubi (2022) di Matteo Pizzolante (Kora- Centro del Contemporaneo). In quest’opera, presentata per l’occasione in una nuova veste rispetto a quella originaria, le immagini rappresentano le stanze di un albergo di famiglia, costruito sul litorale salentino negli anni Ottanta del Novecento e oggi ridotto a rudere, a seguito di vicende che ne hanno decretato l’abbandono.
O ancora opere che, come nel caso di OLGA (Outdoor Lab for Gathering the Absence) (2019) di Lia Cecchin ( Caffè Fiorentino), avvalendosi di una app (FlashFace) che adopera il linguaggio di programmazione utilizzato anche dalla polizia nella costruzione degli identikit, pone lo spettatore di fronte alla formalizzazione fisica del proprio ricordo. Così, quello che normalmente è solo pensiero ha modo di prendere forma diventando volto, grazie ad uno strumento che mette alla prova il bagaglio mnemonico di chi deciderà di utilizzarlo.
Infine opere come Ex libris meis (2019-2023) di Marcello Nitti, (Caseificio del Sole, Il Piccolo mercatino, Simonsohn’s Bar), che costituiscono una nuova produzione realizzata a partire da un’opera già esistente dell’artista, che cerca di ragionare sulla riproducibilità, sulla proliferazione e sulla disseminazione di un’immagine attraverso differenti tecniche di grafica, da quelle tradizionali a quelle moderne, che ne permettono la diffusione in vari luoghi della città con modalità alternative.
La mappa che proveremo a costruire nel tempo sarà quindi solo una bussola provvisoria per orientarsi, in un progetto che durerà almeno sino a giugno 2026. Riproporre opere già esistenti tanto in una nuova veste, quanto in altre aree geografiche, o luoghi, significa provare ad indagarne e ampliarne i significati, creando nuovi immaginari. A queste si affiancheranno nuove produzioni che popoleranno Castrignano de’ Greci nel corso dei prossimi anni.