Default 22 è un progetto a cura di Ramdom realizzato con il supporto istituzionale della Presidenza del Consiglio Regionale della Puglia nel quadro del progetto “Formarti” e con la partnership culturale di Britto Arts Trust (Dhaka, Bangladesh), Cultural Documents (Oban, Scotland), Arthub (Shanghai, China).
“Floating Island” è il titolo della 6.a edizione di Default in programma dal 21 giugno al primo luglio 2022.
Il progetto s’inquadra all’interno della ricerca di Ramdom sulle aree marginali.
Dopo la chiusura di Lastation e l’apertura di KORA-Centro del Contemporaneo, Ramdom si sposta a Castrignano de’ Greci nel cuore della Grecia Salentina dove, nonostante lo scollamento tra l’estremo geografico e l’estremo inteso in senso concettuale, l’approccio e la metodologia di lavoro restano i medesimi.
“Floating Island” s’interroga sul rapporto dialettico tra centro e margine a partire dal tema dell’abitare e dalle esperienze sviluppate all’interno di piccoli centri o aree marginali i cui limiti possono trasformarsi in punti di forza.
Alla base della proposta l’indagine sulla possibile spinta utopica che risiede nei “movimenti marginali” e sul lavoro collettivo (o attivato collettivamente) sollecitato da due testi: “Utopie realizzabili” (1974) di Yona Friedman e “Aldilà delle isole galleggianti” di Eugenio Barba.
Le isole galleggianti (Floating Islands) sono quindi una sorta di utopia che, con le parole di Yona Friedman, potremmo definire realizzabile: “credere in un’utopia ed essere contemporaneamente realisti non è infatti una contraddizione, «un’utopia è, per eccellenza, realizzabile» a condizione di ottenere il necessario consenso collettivo perché un’utopia imposta con la forza non è più tale”.
Scrive Eugenio Barba: “[…] Questo paese mi è a lungo apparso come un arcipelago. E le sue isole come isole galleggianti. Ho usato un paragone storico: un episodio minore della storia del Nuovo Mondo racconta di uomini che abbandonarono la sicurezza della terraferma per condurre una vita precaria di isole galleggianti. Per rimanere fedeli ai loro desideri, costruirono villaggi e città, oppure misere dimore con un pugno di terra per orto, là dove sembrava impossibile costruire e coltivare qualcosa: sull’acqua e nelle correnti. Erano uomini che, o per necessità personali, o perché costretti, sembravano destinati a essere asociali e riuscirono a creare altri modelli di socialità. L’isola galleggiante è l’incontro terreno che può perdersi sotto i piedi, ma che può permettere l’incontro, il superamento dei limiti personali.
Ma aldilà delle isole galleggianti, cosa esiste? Che cosa o chi si Incontra?”.
Le isole galleggianti sono quindi una sorta di utopia che, con le parole di Yona Friedman, potremmo definire realizzabile: “credere in un’utopia ed essere contemporaneamente realisti non è una contraddizione, «un’utopia è, per eccellenza, realizzabile» a condizione di ottenere il necessario consenso collettivo perché un’utopia imposta con la forza non è più tale”.
Guests:
Heba Y. Amin, Artist (Egypt)
Tayeba Begum Lipi, Artist, Founder of Britto Arts Trust (Bangladesh)
Alessandro Carboni, Artist (Italy)
Davide Quadrio, Director and founder of ArtHub (Hong Kong/Shanghai) and Director of MAO Museum of Asian Art, (Turin, Italy).
Artisti selezionati:
Cristina De Paola (Italy), Joana Brandão Costa (Portugal), Giulia Bernardi (Italy), Rafael Raposo Pires (Portugal), Tino Kukulies (Germany), Josefina Sundblad (Italy), Marco Caricola (Italy), Soma Surovi Jannat (Bangladesh), Vicky Vasileiou (Greece), Claudia Fuggetti (Italy).