๐ท๐๐๐๐ ๐โ๐ฬ๐๐๐๐(Piega la spina)
di ๐ฬ๐ฅ๐จ๐๐ข๐ ๐๐จ๐ฎ๐ ๐๐๐ฎ๐ฑ-๐๐ฬ๐๐ฎ๐ฑ e ๐๐ข๐๐ซ๐ซ๐ ๐๐ข๐๐ก๐๐ซ๐
๐๐ ๐ง๐จ๐ฏ๐๐ฆ๐๐ซ๐ ore 18,00
ย Casa Ramdom, Via Monosi, 6 Castrignano de’ Greci
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๐๐ ๐ง๐จ๐ฏ๐๐ฆ๐๐ซ๐ ore 18,00
ย Casa Ramdom, Via Monosi, 6 Castrignano de’ Greci
๐๐ข๐ฅ๐๐ซ ๐ฅโ๐ฬ๐ฉ๐ข๐ง๐ (Piega la spina) รจ il titolo del secondo open studio dedicato agli artisti provenienti dal progetto Nouveau Grand Tour un progetto di residenza per giovani talenti europei sotto i trentโanni che si svolge in Italia e in Francia, ideato dalla dallโInstitut Franรงais Italia (IFI) / Ambasciata di Francia in Italia nel 2022 di cui Ramdom e Kora โ Centro del Contemporaneo sono partner.
รlodie Rougeaux-Lรฉaux e Pierre Richard hanno dato seguito alle loro ricerche individuali e, allo stesso tempo, sviluppato nuove possibili tracce trovando un comune campo dโindagine nella selezione e raccolta di piante locali realizzando cosรฌ ricette e scoprendo tecniche artigianali locali.
Durante la sua residenza a Ramdom, รlodie si รจ concentrata sul rapporto che abbiamo con la nostra pelle e sulla cura che ne abbiamo, applicandovi diverse sostanze cosmetiche per contrastare gli effetti del tempo. La sua ricerca l’ha portata a focalizzarsi sulle virtรน dei semi di fico d’india che, come olio vegetale, รจ riconosciuto per le sue proprietร “anti etร ”.
Frutto emblematico del Salento, seppur non largamente utilizzato, esso รจ ricco di semi da cui รจ possibile estrarre dellโolio. รlodie ne ha raccolti diversi lungo le strade e nelle siepi con il suo collega e compagno di residenza Pierre Richard che invece distilla il frutto per produrre alcol.
La sua ricerca l’ha portata anche a considerare la pelle come un involucro esterno e contenitore di memoria cosรฌ come l’architettura e le case. Tenta perciรฒ, attraverso lโuso della pasta, una materia resiliente, deperibile e fragile, di trascriverne gli effetti del tempo registrando su di essa le tracce della memoria.
Frutto emblematico del Salento, seppur non largamente utilizzato, esso รจ ricco di semi da cui รจ possibile estrarre dellโolio. รlodie ne ha raccolti diversi lungo le strade e nelle siepi con il suo collega e compagno di residenza Pierre Richard che invece distilla il frutto per produrre alcol.
La sua ricerca l’ha portata anche a considerare la pelle come un involucro esterno e contenitore di memoria cosรฌ come l’architettura e le case. Tenta perciรฒ, attraverso lโuso della pasta, una materia resiliente, deperibile e fragile, di trascriverne gli effetti del tempo registrando su di essa le tracce della memoria.
Pierre Richard รจ invece interessato alle pratiche, agli strumenti e ai gesti che uniscono elementi con diverse proprietร fisiche e li fanno vibrare.
In occasione della fine della sua residenza, l’artista propone un momento di incontro per parlare di future ricette e sapori dimenticati del Salento. Il lavoro con รlodie Rougeaux lo ha avvicinato al frutto del fico d’India dando cosรฌ vita ad un approccio sensoriale alla, come dice lโartista, โcucina undergroundโ e all’agricoltura selvatica. Allo stesso tempo รจ interessato al mondo immaginario dei dispositivi proibiti e dei processi occulti e a tal fine ha costruito un alambicco per estrarre lโessenza del fico d’India.
Nell’ottica di un recupero delle piante interstiziali attraverso anacronismi culturali, sta sviluppando un’attenzione per i fossi, i margini e le erbacce come territori sensibili di resistenza. Alla ricerca di sapori alchemici e di unโesaltazione delle intersezioni, un punto di ebollizione in prospettiva.
In occasione della fine della sua residenza, l’artista propone un momento di incontro per parlare di future ricette e sapori dimenticati del Salento. Il lavoro con รlodie Rougeaux lo ha avvicinato al frutto del fico d’India dando cosรฌ vita ad un approccio sensoriale alla, come dice lโartista, โcucina undergroundโ e all’agricoltura selvatica. Allo stesso tempo รจ interessato al mondo immaginario dei dispositivi proibiti e dei processi occulti e a tal fine ha costruito un alambicco per estrarre lโessenza del fico d’India.
Nell’ottica di un recupero delle piante interstiziali attraverso anacronismi culturali, sta sviluppando un’attenzione per i fossi, i margini e le erbacce come territori sensibili di resistenza. Alla ricerca di sapori alchemici e di unโesaltazione delle intersezioni, un punto di ebollizione in prospettiva.