La desinenza estinta è un progetto che nasce come ampia riflessione sul rapporto tra l’estinzione delle lingue, la botanica, la storia della scienza nelle sue declinazioni al femminile, e le loro implicazioni socio-politiche. Sviluppato attraverso una fase di ricerca tra Londra, Trondheim e Zurigo, il risultato finale è un’opera d’arte composta da un arazzo e un video.
Quella di KORA–Centro del Contemporaneo è l’ultima di un ciclo di mostre nazionali e internazionali di diffusione del progetto che ha visto la sua presentazione presso MOCA London (UK), The Hannah Ryggen Centre, Ørlandet Kultursenter (Norvegia) e Ca’ Pesaro Galleria Internazionale d’Arte Moderna (Venezia).
La mostra si presenta, per quest’ultima tappa, in una nuova veste: il grande arazzo, che ci racconta la scomparsa della conoscenza medicinale delle piante e dei loro nomi, come conseguenza della scomparsa di lingue native, e l’oblio delle botaniche e del loro contributo scientifico, trova il suo completamento in una traccia audio che l’artista ha realizzato insieme al musicista Emanuele Wiltsch Barberio, che ne ha curato l’editing, e ad alcuni collage originali realizzati dall’artista e poi utilizzati per la pubblicazione.
Il grande arazzo, funziona come una sorta di manifesto politico dove sullo sfondo di una foresta s’intrecciano i nomi delle lingue in estinzione, i nomi delle piante in lingua indigene, i nomi delle donne omesse dagli albi ufficiali, le immagini delle piante curative che si intersecano con alcune silhouette di botaniche, illustratrici ed esploratrici e parti di corpi femminili. La parola si fa a tratti illeggibile scomparendo sullo sfondo dietro le figure e le foglie; a tratti, invece, riemerge con il suo pieno significato. L’arazzo rende evidente il rischio di un’enorme perdita, di cui l’umanità è la causa e, forse, un possibile antidoto.
L’audio, invece, è realizzato tramite la registrazione di alcune lingue indigene dell’Amazzonia che provengono dall’archivio Memoria viva: Archivo Digital de Lenguas Indígenas de la Amazonia disponibile sul sito della Universidad Nacional de Colombia, grazie a un progetto dell’antropologo colombiano Juan Álvaro Echeverri.
Due tracce sonore dialogano tra loro nello spazio espositivo creando una quarta dimensione: le lingue in estinzione come Tikuna e Murui Witoto si dissolvono a mano mano trasformandosi in tonalità sempre più astratte e non riconoscibili e si confondono con i suoni di una foresta notturna che ne trattiene, sospese, le tracce rimaste.
Giorni e orari visita:
dal giovedì alla domenica dalle 19:00 alle 23:00
| Kora – Centro del Contemporaneo