𝐀𝐯𝐯𝐢𝐭𝐚𝐠𝐚𝐥𝐥𝐢 è il duo composto da 𝐕𝐚𝐥𝐞𝐧𝐭𝐢𝐧𝐚 𝐌𝐚𝐠𝐚𝐥𝐞𝐭𝐭𝐢 e 𝐏𝐢𝐧𝐨 𝐌𝐨𝐧𝐭𝐞𝐜𝐚𝐥𝐯𝐨.
𝐕𝐚𝐥𝐞𝐧𝐭𝐢𝐧𝐚 𝐌𝐚𝐠𝐚𝐥𝐞𝐭𝐭𝐢 è una batterista-compositrice e polistrumentista con un approccio inventivo alla batteria e alle percussioni. La sua tecnica versatile, che può incorporare qualsiasi cosa, dalle vibrazioni alla marimba, dai microfoni a contatto agli oggetti trovati, si traduce in uno stile in continua evoluzione.
Come batterista si muove senza sforzo tra i mondi apparentemente disparati della musica alternativa e mainstream. Si è esibita con molti artisti tra cui Nicolas Jaar, Jandek, Helm, Raime, Malcom Catto, Charles Hayward, Graham Lewis (Wire, Dome), Tightpaul Sandra (Coil, Spiritualized, Julian Cope), Thurston Moore, Bat for Lashes, Gruff Rhys (Super Furry Animals) e molti altri. Con Tom Relleen condivideva il duo elettronico Tomaga. Con Al Wootton crea un irresistibile dub claustrofobico con il nome di Holy Tongue; con Pino Montecalvo, sotto lo pseudonimo di Avvitagalli, Valentina improvvisa intricati collage sonori; insieme al percussionista João Pais Filipe, con il nome di CZN, costruisce mondi ritmici allucinati, tanto fragili quanto eterni. Vanishing Twin è il trio che condivide con Cathy Lucas e Susumu Mukai aka Zongamin, che esplora gli spazi a cavallo tra jazz e psichedelia.
Valentina è nata a Bari, in Italia, e vive a Londra.
Figura storica dell’underground pugliese, 𝐏𝐢𝐧𝐨 𝐌𝐨𝐧𝐭𝐞𝐜𝐚𝐥𝐯𝐨 è attivo sin dai primi anni 90 come bassista degli Bz Bz Ueu, seminale avant-punk jazz band di Bari. Fondatore della label Music à la Coque, è polistrumentista nel progetto Lo Flopper, pubblica i suoi esperimenti in solo sotto il nome di Monteclava.

𝐋𝐨𝐬 𝐈𝐦𝐩𝐨𝐬𝐬𝐢𝐛𝐥𝐞𝐬 è il trio composto da 𝐋𝐮𝐜𝐚 𝐓𝐚𝐫𝐚𝐧𝐭𝐢𝐧𝐨 (chitarra barocca, mezzo colascione), 𝐕𝐢𝐭𝐨 𝐃𝐞 𝐋𝐨𝐫𝐞𝐧𝐳𝐢 (tabla, tamburi a cornice, idiofoni) e 𝐌𝐚𝐫𝐜𝐨 𝐁𝐚𝐫𝐝𝐨𝐬𝐜𝐢𝐚 (contrabbasso, colascione).
𝐿𝑜𝑠 𝐼𝑚𝑝𝑜𝑠𝑠𝑖𝑏𝑙𝑒𝑠 (titolo di una canzone di Santiago de Murcia, basata sul motivo delle Vacas, versione spagnola della Romanesca italiana) si concentra principalmente sull’interpretazione del repertorio sei-settecentesco italiano e spagnolo per chitarra barocca.
Su questo strumento infatti, a partire dai primissimi anni del 1600, sono documentati i primi tentativi di approccio alla musica popolare di tradizione non scritta da parte di musicisti professionisti (tre secoli prima della nascita della moderna etnomusicologia).
Il concerto che il trio proporrà negli spazi di KORA cerca, tra le pieghe della musica antica scritta per strumenti a corde pizzicate, l’eredità di feconde contaminazioni di poli e culture.
Le migrazioni degli zingari dall’India del nord, le secolari invasioni dei turco-ottomani nei balcani, la presenza dei mori nelle corti delle potenze coloniali all’alba dell’età moderna.
Questa mescolanza di popoli lascia tracce profonde che influenzano il linguaggio artistico, musicale, coreutico e nutrono la nostra cultura, anche quella che oggi noi consideriamo
tradizione.

Progetto grafico a cura di Grazia Amelia Bellitta

𝑈𝑛 𝑝𝑟𝑜𝑔𝑒𝑡𝑡𝑜 𝑝𝑟𝑜𝑑𝑜𝑡𝑡𝑜 𝑑𝑎 𝑅𝑎𝑚𝑑𝑜𝑚 𝑐𝑜𝑛 𝑙𝑎 𝐷𝑖𝑟𝑒𝑧𝑖𝑜𝑛𝑒 𝑎𝑟𝑡𝑖𝑠𝑡𝑖𝑐𝑎 𝑑𝑖 𝐷𝑜𝑛𝑎𝑡𝑜 𝐸𝑝𝑖𝑟𝑜, 𝑐𝑜𝑛 𝑖𝑙 𝑠𝑜𝑠𝑡𝑒𝑔𝑛𝑜 𝑑𝑒𝑙 𝑀𝑖𝑛𝑖𝑠𝑡𝑒𝑟𝑜 𝑑𝑒𝑙𝑙𝑎 𝐶𝑢𝑙𝑡𝑢𝑟𝑎.
𝐵𝑖𝑔𝑙𝑖𝑒𝑡𝑡𝑜 𝑑’𝑖𝑛𝑔𝑟𝑒𝑠𝑠𝑜 € 3,00
𝐼𝑙 𝑝𝑟𝑜𝑔𝑟𝑎𝑚𝑚𝑎 𝑒̀ 𝑠𝑜𝑠𝑡𝑒𝑛𝑢𝑡𝑜 𝑑𝑎𝑙 𝐹𝑈𝑆 – 𝐹𝑜𝑛𝑑𝑜 𝑈𝑛𝑖𝑐𝑜 𝑑𝑒𝑙𝑙𝑜 𝑆𝑝𝑒𝑡𝑡𝑎𝑐𝑜𝑙𝑜 𝑑𝑒𝑙 𝑀𝑖𝑛𝑖𝑠𝑡𝑒𝑟𝑜 𝑑𝑒𝑙𝑙𝑎 𝐶𝑢𝑙𝑡𝑢𝑟𝑎