Ogni Altro Suono 2024 #6: Nino Gvilia e Alessia Tondo
Sabato 19 ottobre
ore 20:00
Ticket : 5 euro acquistabili al botteghino
Bambini fino a 10 anni ingresso gratuito
Nino Gvilia è un personaggio immaginario, come quello di un libro, né più e né meno.Stando a cenni biografici trovati in rete, è nata a Poti, vicino al lago di Paliastomi, in Georgia, ma ha da sempre condotto una vita errante, raccontata nello pseudo film “Songwriting in times
of a global crisis”. Nino Gvilia canta di foreste, corpi che si amano in modi inconsueti eallucinazioni e si domanda anacronisticamente se delle folk songs possano ancora veicolare contenuti sentimentali e politici agendo sul nostro desiderio.
Essendo una finzione, Nino Gvilia è una disidentificazione esplicita che il corpo che laimpersona (giulia deval) compie nei confronti di un “io” scenico e digitale; un modo per sostituire la costruzione di un sé artistico coerente e senza sbavature, imposta dal mercato
culturale, con una costruzione letteraria. La musica di Nino Gvilia è influenzata da folk e minimalismo, fa uso di nastri magnetici, field
recordings, voci di filosofe, una serie di strumenti bizzarri dalla texture vintage e canoni corali.
Sul palco l’ensemble che ha realizzato con lei il disco “Nicole / Overwhelmed by the Unexplained” uscito per l’8 Marzo per Hive Mind Records (UK): i polistrumentisti Zevi Bordovach (tastierista già per Andrea Laszlo De Simone e Francesco Bianconi, arrangiatore) e
Pietro Caramelli (chitarrista, compositore e sound designer di stanza olandese), Giulia Pecora(violino e voce) e Clarissa Marino (violoncello e voce). 5 corpi e 5 voci per un incanto collettivo, una foresta di suoni e una marea palpitante di parole.
Dall’infanzia nel gruppo Mera Menhir alla popolarità internazionale con il Canzoniere Grecanico Salentino, Alessia Tondo è una delle voci più belle e significative del panorama pugliese. È stata lanciata dai Sud Sound System, a soli tredici anni è diventata voce solista dell’Orchestra della Notte della Taranta (ha duettato con tutti gli ospiti e con i maestri come Mauro Pagani, Goran Bregovic, Giovanni Sollima, Phil Manzanera, Carmen Consoli, Raphael Gualazzi), ha collaborato con l’Orchestra Popolare Italiana di Ambrogio Sparagna, i Radiodervish, Michele Lobaccaro, Ludovico Einaudi (per il quale ha scritto il testo della fortunata Nuvole bianche), Admir Shkurtaj e molti altri.Sita, è il suo primo lavoro da solista con il quale decide di uscire finalmente allo scoperto per dire la sua e dare la propria “visione” della musica popolare con dei brani originali, scritti di suo pugno, in cui affida la sua voce a originali intrecci vocali e a delle ballate, tutte in dialetto salentino per raccontare con più verità la propria radice e identità. Un gioco di voci, controcanti e sussurri che qua e là strizzano l’occhio al Brasile, al cantautorato intimo di Drake e alla malinconia di certe ballads di Tom Waits ma che non perdono mai di vista la radice da cui provengono. Un lavoro prezioso, intimo ma al tempo stesso universale, magico e profondo; uno dei rari esempi in cui la cultura popolare, nello specifico quella del Salento da cui Alessia Tondo proviene, è personalizzata e trasfigurata in chiave visionaria. Il disco ha vinto il Premio Loano Giovani 2021 ed è stato segnalato da Il Giornale della Musica tra i 10 migliori album del 2021. Sita in dialetto significa melograno, frutto prezioso ed elegante che in tutta l’area del Mediterraneo è simbolo di buon augurio incontro e condivisione. E così Sita svela un volto misterico e terapeutico della musica popolare come una forma di esorcismo contro i cattivi pensieri, un rito di guarigione catartico che si compie ogni volta attraverso le parole e la sua musica. Un lavoro che, anche nel concerto che la accompagna, si basa sulla semplicità – solo apparente – e sulla verità della sua voce meravigliosa accompagnata dalla chitarra, dai tamburi a cornice e dalla collaborazione di una loop machine che ne arricchisce l’espressività. Brani originali, parole e musica, che riprendono i modi della tradizione e li trasfigurano in una sorta di camerismo che ha l’eleganza della musica colta e l’emozione di quella popolare. Passato e futuro, tradizione e avanguardia, quotidiano ed eterno in un esperimento audace, enigmatico, rivelatorio.
“Sita è la mia personale narrazione del rito di guarigione. Tutti i riti di guarigione in tutte le tradizioni sono accompagnati da una narrazione, un racconto, delle musiche. La narrazione aiuta ad esorcizzare il male. Sita è il mio buon augurio affinché ognuno trovi la propria narrazione del rito di guarigione, che ciascuno possa raccontarsi di poter guarire e intraprendere il cammino che dall’ombra e il buio porterà alla luce e alla guarigione. Ed è unaugurio affinché si abbattano le distanze e ci si senta uniti.