Natura morta esplora la relazione tra immagine, corpo e natura, nonché il ruolo normativo dell’estetica visiva. Il lavoro parte dalle palme comuni nelle periferie mediterranee, percependole come simboli decorativi all’interno di un sistema visivo istituzionalizzato, per riflettere sui meccanismi estetici sottesi.
Le palme, introdotte per la loro apparenza esotica quale simbolo di prestigio, sono oramai ampiamente diffuse ai margini di strade e abitazioni di periferia. Hanno progressivamente perso le loro qualità naturali e funzionali, divenendo meri elementi di riempimento visivo nel paesaggio.
Nel lavoro di Wu, la coesione tra corpo e vegetazione risponde a esigenze compositive e funzionali. Entrambi gli elementi sono ricondotti a simboli all’interno di un sistema visivo codificato, diventando componenti di un’immagine idealizzata. La fotografia infrarossa, che conferisce alla pelle e ai tessuti una sembianza simile al marmo, richiama l’immaginario della scultura classica, dove il corpo perde i suoi tratti individuali per trasformarsi in pura decorazione.
Palme e corpi costituiscono un sistema visivo modellato da regole estetiche consolidate, che riflette una tradizione iconografica idealizzata sedimentata nel tempo.
L’intera opera adotta uno sguardo distaccato per rappresentare dei paesaggi apparentemente neutri, invitando lo spettatore a interrogarsi sull’ordine invisibile che struttura l’estetica del quotidiano.